I settori d’intervento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

L’acronimo PNRR sta ad indicare Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed è un documento messo in piedi dall’attuale governo italiano per mostrare come vorrebbe spendere i fondi europei ottenuti col Next Generation EU. Con l’arrivo della pandemia di Covid c’è stata la necessità di formare un piano che rilanciasse l’economia dell’Eurozona e ciò è fattibile con dei fondi speciali dell’Unione Europea1. Il governo guidato dal recente premier Mario Draghi dovrà orientare gli investimenti pubblici con il solo scopo di far sì che i fondi dello Stato e dell’Unione Europea siano usati in maniera del tutto responsabile ed efficace. A stilare le linee guida di questo piano è stata la Commissione Europea, secondo quelle che sono le priorità individuate dalle Istituzioni comunitarie per delineare l’economia dell’Europea negli anni futuri.

Il PNRR è stato presentato il 30 aprile 2021 dal governo Draghi presso la Commissione Europea, ma solamente il 13 luglio 2021 abbiamo la definitiva approvazione con decisione del Consiglio Europeo. Il quantitativo a cui ammonta il PNRR è di ben 221,1 miliardi di euro, con 30,6 miliardi che provengono dall’integrazione italiana avvenuta attraverso il Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari, invece i rimanenti 191,5 miliardi sono parte dei fondi europei stanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (Recovery and Resilience Facility). Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano va inserito, dunque, in questa strategia di stimoli economici, che si sostiene un po’ per fondi nazionali d’integrazione e per buona fetta con i fondi dell’UE.

L’articolazione e gli obiettivi del PNRR

All’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano si possono trovare idee d’investimento a lungo termine verso determinati settori strategici, cercando di coordinare simultaneamente sia le risorse nazionali che europee. L’emergenza sanitaria causata dal Covid ha avuto pesanti riscontri negativi dal punto di vista economico e sociale, quindi, per ricostruire uno Stato migliore è necessario agire sul potenziamento della coesione sociale e della resilienza. Il PNRR si struttura esattamente sui seguenti punti, una serie di missioni da perseguire2: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione.

Oltre queste missioni vi è l’interesse anche nei riguardi di priorità trasversali, dei principi che fanno da guida per l’azione pubblica nel realizzare gli interventi. Si parla di priorità che toccano i più giovani e le fasce sociali più vulnerabili, con l’intento di ridurre il divario territoriale, di genere e generazionale in Italia.

Il PNRR ambisce ad una transizione digitale e la volontà principale è la digitalizzazione della pubblica amministrazione, cercare di creare connessioni veloci e diffondere la banda ultralarga, incrementare la digitalizzazione nel settore privato, dare una spinta al rilancio del turismo e della cultura, puntare al potenziamento delle tecnologie satellitari e spaziali3.

La rivoluzione verde e la transizione ecologica sono altri punti salienti del PNRR; si vorrebbero promuovere le fonti rinnovabili, incentivare la mobilità elettrica e la così detta green economy. Si vuol puntare ad uno sviluppo socioeconomico sostenibile, garantendo una transizione ecologica che avvenga in modo solidale ed equo4.

Terza missione del PNRR italiano è costruire nuove infrastrutture per la mobilità sostenibile, sviluppando una mobilità green che possa essere presente in tutto il territorio dello Stato5.

Anche l’istruzione e la ricerca rientrano negli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il quale propone investimenti e riforme varie con l’intento di modernizzare, potenziare ed aumentare l’accessibilità nei riguardi della formazione e della ricerca in ambito tecnologico e scientifico6.

Lo stato sociale, precisamente il tema dell’inclusione e della coesione, è tenuto in considerazione notevolmente dal PNRR. Saranno previsti dal piano differenti investimenti che punteranno all’inclusione nel mercato del lavoro, alla formazione ed alle politiche attive inerenti questioni femminili e di genere, gli svantaggiati della società e chi vive ai margini7.

Ultima area d’intervento del PNRR è la salute, che è tra i più importanti visto l’accadimento del Covid – 19. Il piano punta al miglioramento della prevenzione territoriale riguardo ai servizi sanitari e presidi locali, riuscire ad ottenere la massima equità di cure e trattamenti, digitalizzare il sistema sanitario e modernizzare i servizi del Sistema Sanitario Nazionale8.

L’autore Fulvio Corazza garantisce l’autenticità del contributo, fatti salvi i riferimenti agli scritti redatti da terzi. Gli stessi sono riportati nei limiti di quanto consentito dalla legge sul diritto d’autore e vengono elencati di seguito. Ai sensi della normativa ISO 3297:2017, la pubblicazione si identifica con l’International Standard Serial Number 2785-2695 assegnato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.

1) CNA Nazionale, Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il focus del nostro Centro Studi, YouTube.it, gennaio 2021.

2) Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), mef.gov.it, maggio 2021.

3) PNRR: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, governo.it, dicembre 2021.

4) PNRR: rivoluzione verde e transizione ecologica, governo.it, novembre 2021.

5) PNRR: infrastrutture per una mobilità sostenibile, governo.it, novembre 2021.

6) PNRR: istruzione e ricerca, governo.it, novembre 2021.

7) PNRR: inclusione e coesione, governo.it, novembre 2021.

8) PNRR: salute, governo.it, novembre 2021.

9) L’immagine in evidenza è stata concessa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri